È il grande amore degli italiani, il coronamento di tanti sacrifici. Eppure, mentre i prezzi delle abitazioni continuano a scendere (-7% nel 2014 rispetto al 2013), gli stipendi bassi frenano l’acquisto della casa, soprattutto tra gli under 30. Se infatti i dati della Banca centrale europea confermano l’immagine degli italiani come un popolo di proprietari (circa il 69% possiede una casa, contro la media dell’Eurozona del 60%), tra questi i giovani con meno di 30 anni sono appena il 4% (fonte Agenzia delle Entrate).
Il punto critico, come emerge da un’indagine comparativa sui diversi mercati europei svolta da Casa. it, il principale portale immobiliare italiano, sta tutto nel basso potere d’acquisto. “Alla base di tutto viene indicata la capacità di spesa inferiore degli italiani, ovverosia retribuzioni medie troppo basse rispetto ai prezzi, pur ribassati, del mercato immobiliare”, spiegano dal centro studi del sito web. Il confronto del nostro Paese con la situazione francese e britannica rende bene l’idea delle difficoltà: “Con un PIL pro capite di circa 26.400 euro (dati ISTAT), un italiano che voglia diventare proprietario di una casa di 80 metri quadri, valutata intorno ai 256.000 euro, dovrà immolare alla causa non meno di 10 annualità. In Francia, dove i prezzi delle case sono leggermente più bassi che da noi, le annualità sono due in meno. In UK, dove il prezzo al metro quadro è più alto, gli anni sono 9”. Stessa cosa se si confronta l’Italia con l’Austria: qui il prezzo medio al metro quadrato è di 3.600 (contro i 3.200 del nostro Paese), ma grazie a un PIL pro capite di 34.200 euro con 8 annualità di reddito è possibile comprare una casa della stessa superficie.

Ancora più profonda la differenza che passa tra l’Italia e gli altri Paesi mediterranei, dove una minore capacità di spesa si combina però con prezzi delle abitazioni tra i più bassi d’Europa: in Spagna per un appartamento di 80 metri quadrati servono 7 annualità di reddito, in Portogallo ne bastano addirittura 5.
Il fenomeno si amplifica se si confrontano gli acquisti di abitazioni a Roma e Milano con quelli nelle principali città europee e mondiali. Nelle zone semicentrali delle due principali città italiane, con 500.000 euro si acquista un appartamento di poco più di 100 metri quadrati e per pagarlo servono circa 13 anni di lavoro. Va peggio solo a Madrid (14 annualità), mentre il periodo di risparmio scende a meno di 12 anni a Parigi, dove a un prezzo al metro quadro quasi doppio corrisponde però una maggiore capacità di spesa.

“Ci sono segnali positivi che si stanno sempre più concretizzando sul mercato immobiliare italiano, ma per avere il vero punto di svolta sul mercato bisogna che il nostro Pil inizi a segnare ritmi di crescita più solidi. A quel punto anche per le famiglie italiane tornare a realizzare il proprio sogno immobiliare non comporterà sacrifici di reddito così lunghi come oggi”, osserva l’ad di Casa. it, Daniele Mancini. Un aumento del Pil che sarà ancora più determinante se si considera che, nonostante i prezzi delle abitazioni in Italia siano scesi, essi rimangono ancora alti rispetto a quelli di altri stati europei: nel nostro Paese il prezzo al metro quadro è in media 3.200 euro, contro i 2.750 della Germania, i 2.650 della Danimarca, i 2.450 dell’Irlanda e i 2.350 del Belgio.

Di Grey